martedì 11 settembre 2012

Analysis paralysis.
 
 
 
 
Volendola fissare in una immagine, la mia forza di volontá assomiglia ad un soufflé appena sfornato: gonfio, voluminoso, impettito,. Cosí é all´inizio di ogni nuovo progetto, nuova idea, nuova impresa.
Dopo un pó di tempo peró la mia volontá assomiglia ancora ad un soufflé, ma ad un soufflé trascorsa una mezz´oretta dalla sfornata: sgonfio, acciaccato, spompato, ripegato su se stesso (parlo dei soufflé che faccio io, magari ci sono tra i miei milioni di lettori cuochi provetti a cui i soufflé non si sgonfiano mai).
Parto in quarta, sgommo, mi entusiasmo, accelero...e poi piano piano freno, mi demotivo, decelero. E lascio perdere.
Ok, non é sempre cosí per tutti i settori della mia vita, ma é stato cosí per tante belle cose cominciate e mai portate a termine.
Volevo fare danza da bambina. Iscritta a danza. Fatte poche lezioni, basta, non ho piú voglia. Scarpette al chiodo.
Volevo imparare a suonare la chitarra da piccola. Viene il maestro di chitarra a casa. Due lezioni, mi annoio, so stanca e so stufa, e facciamo un altro buco nel muro per il chiodo della chitarra.
Volevo imparare a suonare il piano, da ragazzina...e la storia si sa come é andata.
Che poi il problema é pure che tutte le cose non fatte e tutte le strade non battute ma guardate e riguardate soltanto sulla cartina senza decidersi a partire, rimangono sempre in testa come fantasmi scomodi che razzolano nei corridoi del cervello indisturbati, senza lasciare mai davvero in pace.
Ebbene. Dei miei progetti piú recenti uno che mi stava davvero a cuore era il blog.
Scrivere senza un vero perché, o meglio perché ce ne sono mille di perché.
Per capirmi.
Per capire.
Per analizzarmi.
Per analizzarmi di meno.
Perché mi piace.
Per condividere.
Perché lo so fare.
Perché mi fa bene.
Perché fa ridere.
Perché fa piangere.
Perché é trendy.
Perché é una cosa atavica.
Perché me lo devo.
Perché perché la domenica mi lasci sempre sola.
Romeo Romeo perché sei tu Romeo?
Perché mi piace. Uff l´ho giá scritto.
Perché si muore.
Perché é giusto.
Perché mai?
Perché sí.
Perché no?
Perché boh.
Perché ho un sogno.
Perché ho bisogno di chi mi ricorda che ho un sogno.
Perché é la via.
Perché é la mia veritá.
Perché é una parte della mia vita.
Perché non saprei.
Perché lo so benissimo il perché.
Perché chissenefregaperché.
Per cui, data l´importanza e la rilevanza della cosa, ovviamente qualche mese fa  (qualche mese fa??? un anno fa! é un anno che non scrivo sul mio blog) incorniciavo il mio piccolo progetto del blog, inutile per il mondo intero ma significante per me, gli trovavo un posto glorioso sulla parete dei Progetti Incompiuti & Arenati, giravo le spalle e sbattevo i tacchi andandomene verso altre imprese e nuovi lidi.
Ma sentendone spesso la nostalgia. I pensieri che avrei voluto condividere e non condivisi. Gli episodi vissuti, le cose viste, le fotografie scattate, le frasi lette, le parole ascoltate, le riflessioni sciocche e le riflessioni meno sciocche.
Pensavo e ripensavo in questi mesi, e ne sono piú che mai convinta, che la vita si vive di piú se la si racconta. E la vita si moltiplica, di riflessi e di significati, se la si condivide. Tenendo per sé quello che si vuole tenere per sé, ma condividendo quello che acquista piú senso se condiviso.
E su questo tema della condivisione attraverso un blog, ho letto qualche giorno fa su uno dei vari blog che seguo, Decor8, un blog di arredamento e decorazione tenuto da un´americana che vive in Germania, queste considerazioni sul bloggare:
 
"Analysis paralysis is a term I often refer to when I’m lecturing or teaching a class because it’s exactly what happens to me when I think too much. I think myself almost into a hole or a corner and become paralyzed.
Writing gets me back out again and for me, is such a huge creative release and exercise – it’s like working out – when you stop doing regular exercise you feel a huge dip in your overall feeling of well being. Same for me and my personal creativity – primarily tapped into through writing and photography. I never realized until I took a month away from blogging just how vital is was for my well being and how healing to my soul.
No matter what I go through in my personal life, blogging about design, creative things, art, our community, blog topics, crafts, travel… All of this sharing and processing of ideas helps me to concentrate on positive things that make me happy. This act of giving and receiving makes a difference in my life."
 
L´ho trovato illuminante. Parlava a me, parlava di me. L´analisi, l´analisi eccessiva paralizza. Bisogna fare quello che si vuole, quello che si sente. Buttarsi dal bordo della piscina, senza pensare a quanto é fredda l´acqua. La condivisione di me, dei miei progetti e delle mie esperienze attraverso il blog mi é mancata tanto, troppo, in questo periodo.
Per cui, ho deciso di tornare.
E di non andarmene piú. (coro di "noooooooooooooooooo" disperati dal fondo della platea).