sabato 10 settembre 2011

Tenera é la notte. Ma anche dura.

Io vado a dormire in genere molto volentieri con le galline.
Come i bebé, le suore, gli uccellini e le galline, appunto, preferisco andare a dormire la sera piuttosto presto e magari svegliarmi con il gallo (e starmi a rigirare i pollici in attesa che si svegli il resto della truppa), piuttosto che fare tardi e poi essere tutto il giorno di malumore. 
É una questione di bioritmo, credo, e non penso posso farci niente.
In fondo non mi dispiace neppure: la notte mi é sempre sembrata un luogo buio e misterioso, notturno appunto, da lasciare a chi ha piú coraggio di me, o ai tipi loschi.
Okkei, a diciotto anni o giú di lí ho fatto pure io le mie (due, tre?) serate disco con il cornetto caldo dell´alba, ma anche allora il piú delle volte con l´occhio da triglia e i piedi doloranti pensavo "Ma chi me lo ha fatto fá??" .
Da qualche tempo invece é diverso.
Da quando ho due nanerottoli di quasi 4 anni e 6 mesi per casa, con mille richieste e zero pazienza, sto rivalutando moltissimo la notte.
Uno spazio potenzialmente immenso di possibilitá. Uno spazio mio, da ritagliarmi su misura, dove regnano silenzio, concentrazione, ricerca, lavoro.
Di giorno mi disperdo in una cacofonia di suoni: mamma dammiiii-gneeeeee-ruttino-mamma gioca dai-dov´é la mia spada-frign-sob-buaaagugu-c´éunacamiciastirata?-slurp-questononmipiace-aiut-farfallinabellaebianca-dasistmein-éprontooooooo-i pirati quindi-nonlotrovo-sgrunt-ahahaha...
...di notte finalmente tutto tace, finalmente tacciono, ed io mi ritrovo, ritrovo quello che sono, quello che voglio, le cose che mi piace fare.
Ascolto i bambini respirare nel sonno, e la tensione del dovere si allenta, lasciando spazio alla rilassatezza del volere.
Sono gravida, in questo periodo. Per fortuna non di nuovo di un bambino (e no, mo avast, come si dice dalle mie parti), ma di tantissime scoppiettanti idee. Idee che, come dicevo, non si chiameranno mai piú sogni, ma progetti, che, come mi insegna la mia lunga e in fondo anche gradita esperienza di lavoratrice aziendale, hanno un termine ben preciso entro cui devono essere realizzati.
Perché...
(squillo di tromba )
...é arrivato finalmente il momento di cambiare l´andazzo apatico, indifferente, indolente, inerte, passivo, inconcludente della mia vita.
Facciamo un gioco: io vi dico in quali categorie di capacitá di autodeterminazione si divide secondo me il genere umano, e voi provate ad indovinare in quale mi trovo io.
  • Categoria A (A come "anvedi questi"): chi sa benissimo cosa vuole e lo fa. I decisi, insomma. 
          No...Francesca qui... ehmmm... non pervenuta.
  • Categoria B (B come "beh pure loro peró"): chi non sa cosa vuole e non sa dove andare. Le amebe.
          Francesca anche qui non pervenuta (e meno male).
  • Categoria C (C come semplicemente "i coglioni"): chi sa cosa vuole e non lo fa. I coglioni, appunto.
          Bingo!! Francescaaaa...é qui!!! (Applauso).

Momentino peró. Questo era il passato. E sí eh.
Puó succedere che un giorno ti svegli, pensi finalmente che la vita é corta, che hai troppe cose da fare e da dire, che hai bruciato un sacco di tempo (tutti i miei minuti, le mie ore, i miei giorni, le mie stagioni sprecate mi fanno male, fisicamente) ma che -se Dio vuole- ne hai ancora altrettanto, e allora ti svegli dall´incantesimo.
C´é quella frase, "oggi é il primo giorno della mia nuova vita", che non so chi ha scritto, che mi brucia dentro ogni giorno, ogni ora, ormai. E mi fa finalmente agire.
Seguirá elenco dettagliato e accuratamente corredato di deadlines delle mie "scoppiettanti idee" o progetti. E vi spiegheró anche la seconda parte del titolo di questo post, secondo cui la notte é anche dura.
Per ora vi lascio con questa immagine, della notte che é tenera, come un cielo pieno di stelle di fronte ad un gatto che sta lí a contarsele tutte.